Pastor's work on "The Holywell Session" is just as good, and he's in fine company. The trio tracks, with Steve Kershaw and Richard Lee Harris, throb with introspection Harris letting each piano sonority float and disappear before offering another. Check out the way he ends "Part 3", the quietest low-register rumble fading away into nothing, or his gorgeous opening to "Part 4". The quintet tracks forge a more brutal path, the group occasionally dipping into the gutbucket with Haslam growling appropriately. It is always refreshing to hear Harry Beckett's airy but forceful contribution, and he adds a lot to this fine performance. Marc Medwin Cadence July 2008.
Dear Sirs,
We are pleased to announce that your cd holywell session by Haslam, Beckett, Pastor, Harris, Kershaw has been selected among the best records of the month by our staff of reviewers, meaning that the sticker "Consigliato da Musica Jazz" (recommended by Musica Jazz) will appear on the reproduction of its cover within the review section of the April issue of our magazine Musica Jazz.
Kindest regards
Alessandra Andretta
Secretary to Musica Jazz
"...Exquisite in its flowing, the music created by this quintet surprises for its melodic inspiration and amazes for the magic mutual understanding between the five musicians (...) A quintet able to fly from swing to cool, bringing the listener in a travel from California to New Orleans and vice versa with great gracefulness..."
Gennaro Fucile – Quaderni d'Altri Tempi year IV n. 12 – March/Aprile 2008
"...Seven tracks with various lengths and instrumental combinations but all characterized by concentration and strictness..."
"...Sette brani di lunghezza e formazioni variabili ma tutti connotati da concentrazione e rigore..."
Flavio Massarutto – Jazzit n. 45 – March/April 2008
"...Sixty five minutes of pure beauty which gratify the soul (...) All was improvised, and all is developing with a lightness very very dense, between oasis of amazement, thick dialogues, melodic fragments which seem coming out from nowhere. As Italo Calvino loved to make it happen with the words."
"...Sessantacinque minuti di pura bellezza che fanno bene all'anima (...) tutto è nato sul momento, e tutto si sviluppa con una leggerezza molto, molto densa, tra oasi di stupore, dialogo serrato, schegge melodiche che sembrano nascere dal nulla. Come piaceva che succedesse a Italo Calvino, con le parole."
Guido Festinese - Alias n.6 anno 11 - Il Manifesto - February 9 2008
"...a CD including an anomalous kind of radical improvisation, attractive and original. An improvisation developed with a melodic and rhythmic sense sometime very close to some classic jazz..."
"...un CD di improvvisazione radicale anomala e, proprio per questo, di attraente originalità. Un'improvvisazione che si sviluppa in modo disteso, con un senso melodico e ritmico a volte molto vicino a certo jazz classico..."
Libero Farné - All About Jazz Italia - February 4 2008
Cosimo Parisi – Musicboom December 15 2007
There is space for everyone and every time we give ourselves up to listen to one of the turning soloist or to the polyphonies, devoid of the visual element that the audience got, but anyhow involved by so many participation, by the magic coming out while improvisation is creating."
C'è spazio per tutti ed ogni volta ci si abbandona all'ascolto del solista di turno, alle polifonie, privi dell'elemento visivo che hanno vissuto gli spettatori, ma lo stesso coinvolti da tanta partecipazione, dalla magia che si instaura nel momento in cui l'improvvisazione avviene."
HARRY BECKETT/GEORGE HASLAM/STEFANO PASTOR/RICHARD LEIGH HARRIS/STEVE KERSHAW - Holywell Session (Slam 324; UK) Over 25 years after Beckett and Haslam first appeared on stage together we finally have the possibility to hear the two musicians on CD. In addition, this live recording also includes the master Italian violinist Stefano Pastor; the quintet is completed by Richard Leigh Harris exploiting the depth of the Holywell Room's grand piano and the resounding and inventive double bass of Steve Kershaw. To quote the sleevenotes: "Harry Beckett is one of those special musicians whose presence is marked not only by his musical contribution but also by the influence and inspiration he imparts to his fellows." The concert was in the 'Oxford Jazz Masters Series' that featured leading avant-garde/contemporary jazz musicians from Britain and other countries.
BLG Downtown Music Gallery
All about jazz Italia Feb 2008. Libero Farnè http://italia.allaboutjazz.com/php/article.php?id=2398
A quanto pare la Holywell Music Room di Oxford è una sala dall'acustica ottima, non nuova ad ospitare concerti di musica improvvisata, come questo che è stato registrato il 17 settembre 2006. A tale proposito afferma Stefano Pastor: "Ricordo che non facemmo prove del suono prima del concerto, in quanto si tratta di uno spazio acusticamente perfetto, e non definimmo per nulla il programma; avremmo solo improvvisato per tutto il concerto".
È appunto il violinista italiano, approdato per la prima volta in Inghilterra, a mettersi in evidenza nei primi due brani: il suo fraseggio, sostenuto con adeguata discrezione dal pianista e dal contrabbassista, evolve leggero e limpido, quasi sornione, con grande musicalità. "Part 3", a carico soprattutto dei due fiati (la tromba dalla pronuncia sfibrata di Harry Backett ed il baritono burbero e bonario di George Haslam) presenta spunti melodici addirittura struggenti e un modo di incedere che ricorda il jazz californiano. "Part 4", che vede il quintetto al completo, rappresenta l'improvvisazione più lunga, articolata in episodi ora mossi ora calmi. Altre aggregazioni e situazioni musicali si concretizzano negli ultimi tre brani, senza però derogare dallo spirito di conviviale, rilassata naturalezza, che anima i cinque musicisti riuniti in questa inedita formazione.
In conclusione, Holywell Session è un CD di improvvisazione radicale molto anomala e, proprio per questo, di attraente originalità. Un'improvvisazione che si sviluppa in modo disteso, con un senso melodico e ritmico a volte molto vicino a certo jazz classico, senza perseguire quel rifiuto categorico delle suggestioni melodiche, quella ricerca intenzionale di esasperati effetti timbrici e di disgregati processi dinamici, che sono divenuti la cifra distintiva (e talvolta soluzione manieristica e di comodo) di questo genere musicale.
Musicboom.it, December 2007. Cosimo Parisi
L'improvvisazione totale ha tanti aspetti, dalla radicalità con cui gli strumenti vengono reinventati a quello espresso in questo concerto tenuto alla Holywell di Oxford, un antico teatro dalla splendida acustica, da un gruppo di musicisti inglesi e dal violinista genovese Stefano Pastor. Senza batteria, con un ritmo che si può descrivere quasi come interiore allo svolgimento sul palco, il tutto prende una direzione descritta da Jimmy Giuffre nelle sue incisioni, in cui rifiutava l'apporto di un batterista considerandolo una forma di costrizione per l'improvvisatore.
George Haslam al sax baritono ed al tarogato, Harry Beckett alla tromba ed al flicorno, Richard Leigh Harris e Steve Kershaw sono dei veterani della musica improvvisata in Inghilterra e qui in formazioni che cambiano da un brano all'altro dialogano con il violino di Stefano Pastor. Sorgono dei momenti stupendamenti lirici, dal nulla, in mezzo a forme che sembrano delle composizioni comuni, alla ricerca di vie estemporanee in cui il dialogo prevale su qualsiasi altra considerazione.
C'è spazio per tutti ed ogni volta ci si abbandona all'ascolto del solista di turno, alle polifonie, privi dell'elemento visivo che hanno vissuto gli spettatori, ma lo stesso coinvolti da tanta partecipazione, dalla magia che si instaura nel momento in cui l'improvvisazione avviene.
HASLAM/BECKETT/PASTOR/KERSHAW/HARRIS
Coming to you live from Oxford, macabre-toned Italian violinist Stefano Pastor, meets Harry Beckett and reedsman George Haslam in a vigorous modernist session falling somewhere between improv and a raw, blues-based jazz. Selwyn Harris, Jazzwise Dec.2007.
Holywell Session – Live in Oxford
"...They are exactly the agreement between the five musicians, the great interplay, the wonderful creative tension to amaze more. What ask more to a totally improvised music that on the unforeseeablety and the instantaneous creation builds itself? Between free jazz and swing echoes, Mingus' atmospheres and a characteristic British taste (always magically suspended between different expressive ways), the disc shows a set of stylistic traits able to reach a large and transversal audience."
Marco Maiocco – Disco Club – September 17 2007
"...sono proprio l'intesa fra i cinque, il grande interplay, la meravigliosa tensione creativa, a colpire maggiormente. Cosa chiedere di più ad una musica del tutto improvvisata che sull'imprevedibilità, la creazione del momento costruisce se stessa? Tra free jazz, echi di swing, atmosfere mingusiane e un inconfondibile tocco british (sempre magicamente sospeso tra diverse formule espressive), il disco inanella una serie di tratti stilistici capaci di raggiungere un pubblico ampio e trasversale..."
Marco Maiocco – Disco Club – September 17 2007
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